Harry Potter in sala 20 anni dopo, sui social scontro su Rowling

(ANSA) - ROMA, 04 NOV - Richieste di boicottaggio legate alle tante controverse dichiarazioni, considerate transfobiche, di J.K. Rowling, ma anche difese appassionate di una saga che ha già accompagnato due generazioni o critiche all'atteggiamento giudicato ipocrita di chi attacca l'autrice britannica ma non si mobilita contro registi e attori accusati di violenze. Sono fra le posizioni più presenti nello scontro fra internauti, nato sui social (con twitter come principale terreno) per il ritorno nei cinema italiani, in un'uscita evento, dal 9 al 12 dicembre con Warner Bros, di Harry Potter e la pietra filosofale, in occasione dei 20 anni dal debutto del primo film in sala.
    Una polemica prevedibile, visto che reazioni simili sono nate negli ultimi mesi intorno ad altre iniziative legate alla creatrice del maghetto, come la notizia (poi smentita), di una nuova serie su Harry Potter per Hbo Max. Ora tra gli utenti italiani c'è chi scrive di non voler "più supportare in alcun modo un'autrice che utilizza i suoi guadagni e il suo potere mediatico per sostenere cause transfobiche". Tuttavia, almeno numericamente, sembrano prevalere i tweet di chi non intende farsi influenzare dalle controversie sull'autrice. Molti ricordano che J.K. Rowling ha ceduto i diritti dei film alla Warner Bros, quindi non guadagnerebbe nulla da iniziative come questa nuova uscita (in realtà non si sa se riceva ancora delle royalties dalla prima saga, ndr). Altri, pur criticando la scrittrice per le sue dichiarazioni, non ci stanno a rinunciare a una saga che hanno amato nel proprio percorso di crescita o sottolineano che "Harry Potter non è J.K. Rowling".
    Non mancano però anche le difese dell'autrice, gli attacchi agli eccessi della cosiddetta 'cancel culture' o chi vede un'ipocrisia in queste polemiche: "La #rowling che, in nessuno dei suoi film, ha mai manifestato concetti transfobici - si legge - viene blastata e shitstormata come se non ci fosse un domani. Mangaka e "artisti" che glorificano la #pedopornografia vengono osannati al grido di 'eh ma devi saper scindere l'artista dall'arte'". (ANSA).