Save The Children,in Italia in 15 anni 600mila minori in meno - Cronaca KriTere.com

(ANSA) - ROMA, 15 NOV - In 15 anni in Italia sono oltre 600
mila minori in meno e un milione in più quelli in povertà
assoluta con gli ultimi dieci anni caratterizzati da scarsi
investimenti nell'istruzione, in particolare nei servizi alla
prima infanzia e nel tempo pieno. L'arrivo della pandemia, poi,
ha acuito la crisi educativa e le diseguaglianze economiche,
sociali e geografiche in cui vivono i minori. E' il quadro che
emerge dalla XII edizione dell'Atlante dell'infanzia a rischio
in Italia 2021 "Il futuro è già qui" di Save The Children che, a
pochi giorni dalla Giornata Mondiale dell'Infanzia e
dell'Adolescenza, si spinge a denunciare in Italia un "rischio
di estinzione" per l'infanzia e chiede "un urgente un cambio di
rotta a partire dal Pnrr". La povertà assoluta, sottolinea
l'organizzazione, ha visto una crescita continua negli ultimi 15
anni ed ha registrato una lieve frenata solo nel 2019 con
l'entrata in vigore del reddito di cittadinanza. Poi, nel 2020,
con l'arrivo della crisi innescata dalla pandemia, la corsa
della povertà assoluta è ripresa, e su una platea di 3 milioni
di individui beneficiari del reddito di cittadinanza, 753 mila
sono minorenni.
L'eredità, sottolinea Save The Children, è che la percentuale
di Early School Leavers, cioè ragazzi tra i 18 e i 24 anni che
non studiano e non hanno concluso il ciclo d'istruzione,
raggiunge il 13,1% (la media europea è del 9,9%) e quella di
Neet, giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano, non
studiano e non sono inseriti in alcun percorso di formazione,
aggiunge il 23,3% (media europea 13,7%). Anche l'ambiente in cui
vivono è piuttosto compromesso: più di un minore su cinque in
Italia (il 21,3% del totale) abita in città inquinate, in un
paese dove vi sono oltre 4 autovetture in circolazione per ogni
minore. Sono conseguentemente pochissimi i bambini e i ragazzi
tra i 6 e i 17 anni che utilizzano solo mezzi di trasporto
pubblici per andare a scuola: poco più di uno su 4 (25,9%), con
la percentuale che scende a meno di uno su 5 al Sud e nelle
isole (18,6%) (ANSA).