Branagh, Belfast, torno a casa con sguardo di bambino - TV KriTere.com

(ANSA) - ROMA, 20 GEN - La "compassione è stata l'elemento fondante per ritornare a esplorare una situazione tanto complicata, l'inizio di "avvenimenti sociali e politici opprimenti che avrebbero portato 30 anni traumatici in Nord Irlanda". E' il filo rosso - spiega Kenneth Branagh, insieme al cast, in un incontro in streaming organizzato da Variety - seguito in Belfast, il suo film più autobiografico, in arrivo nelle sale italiane il 24 febbraio con Universal, pochi giorni dopo l'annuncio delle nomination agli Oscar dove ci si aspetta che abbia varie nomination. Lo sguardo "di un bambino di nove anni mi è sembrato il più umano e empatico per raccontare una famiglia in cui molti possono rivedersi - aggiunge il cineasta - nel non essere preparati ad affrontare stravolgimenti come quelli".
    Il lungometraggio che ha nel cast l'esordiente Jude Hill (scelto da Branagh dopo aver provinato oltre 300 bambini, per interpretare il suo alter ego di nove anni, Buddy) , insieme a Jamie Dornan, Caitriona Balfe, Judi Dench, Ciaran Hinds, Lewis McCaskie, dopo la vittoria al Toronto Film Festival, sta conquistando premi e candidature nei principali premi della stagione, dai Golden Globes agli Screen Actors Guild Awards.
    Belfast è un "ritorno a casa", scritto nelle prime settimane di lockdown, nel quale il cineasta britannico, classe 1960, racconta la sua infanzia nella natia capitale nord irlandese, che la sua famiglia, protestante, ha lasciato nel 1969 per trasferirsi in Inghilterra all'inizio della prima fase dei Troubles, gli scontri fra Irlandesi Cattolici Repubblicani e gli Irlandesi Protestanti Unionisti. Girato principalmente in bianco e nero, il film segue attraverso lo sguardo innocente di Buddy, l'impatto delle tensioni crescenti a Belfast. "C'è chi in quel periodo ha sentito di dover avere il coraggio di andarsene .
    ricorda Branagh -. chi ha scelto di restare ed ha trovato il modo di adattarsi a quel mondo così diverso, costantemente in tensione, una scelta che ha richiesto un altro tipo di coraggio e chi abbiamo letteralmente perso... sono morte oltre 3000 persone nel conflitto lungo 30 anni dolorosi e tragici. Il film è dedicato a tutto loro". (ANSA).
   


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