La prima volta di Ahmed, ragazzo delle banlieue - TV KriTere.com

UNA STORIA D'AMORE E DI DESIDERIO di Leyla Bouzid, in sala dal 25 marzo con Cineclub Internazionale, rompe in un colpo solo tanti tabù e falsi miti sulla cultura araba e lo fa con l'arma della cultura. Secondo lungometraggio della cineasta tunisina e film di chiusura alla Semaine de la Critique al Festival di Cannes, questo lungometraggio, come indica il titolo, racconta l'amore tra due giovani, ma ancora più il lento e sotterraneo desiderio che anima questa relazione prima che, da immaginata, diventi reale. Ovvero come sintetizza una frase del film: "Tutto è sciocco finché non ci baceremo e toccheremo".
    Al centro della storia Ahmed (Sami Outbali), giovane francese di origini algerine, cresciuto in una banlieue parigina, impregnato di una cultura islamica integralista piena di tabù, ma anche fatalmente destinato a un'emancipazione sentimentale e sessuale grazie al suo amore per i libri e le parole. Studente di lettere alla Sorbona, il ragazzo scoprirà, con grande sorpresa, che la cultura islamica non è solo quella delle privazioni e dell'integralismo, ma che c'è anche una sorprendente letteratura erotica che delinea, in maniera precisa, tutta la grammatica dell'amore. Ma più che la letteratura a sbancare le certezze del ragazzo sarà l'incontro con Farah (Zbeida Belhajmor), giovane tunisina molto più vitale di lui, con la quale scoprirà all'università un corpus di letteratura araba erotica che susciterà in loro inaspettati turbamenti, proprio come accade a Paolo Malatesta e Francesca Da Rimini leggendo dell'amore tra Lancillotto e Ginevra.
    "Volevo raccontare la storia di un giovane uomo che fatica a vivere con pienezza un sentimento d'amore - spiega la regista Leyla Bouzid -. Ahmed è infatti letteralmente sovrastato dal desiderio, ma cerca in tutti i modi di resistergli. È un ragazzo di cultura araba, perché è la cultura che conosce meglio, ed è pieno di dubbi, fragilità, difficoltà ad accettare i suoi slanci vitali". E ancora la regista in collegamento Zoom: "Avevo come la necessità di esplorare la vita intima di Ahmed, filmare la sua parte di mistero, e cercare di comprenderla. La sua resistenza mi sembrava risuonare particolarmente in questo territorio periferico, in cui il sentimento amoroso è spesso attraversato da non detti. Là dove domina l'immagine di una virilità esacerbata, ho voluto dare un autentico spazio alla fragilità maschile e accordare una parte significativa alla sua sessualità".
    La prima esperienza sessuale di un giovane "è raramente mostrata - sottolinea Bouzid - per non dire mai, sul grande schermo è come se non fosse un tema; è stupefacente soprattutto se rapportata alla quantità di film dedicati a questa tappa per la controparte femminile". (ANSA).
   


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