Adriano Panatta, oggi giocherei con la maglietta ucraina - TV KriTere.com

(ANSA) - ROMA, 28 APR -
"Oggi al Foro Italico giocherei con la maglietta giallo-azzurra ucraina". A dire così alla presentazione di UNA SQUADRA di Domenico Procacci - docu-film in sala dal 2 al 4 maggio con Luce Cinecittà e Fandango e poi serie tv su Sky Documentaries dal 14 -, è il mattatore Adriano Panatta, in riferimento a quella maglietta rossa indossata provocatoriamente nel Cile di Pinochet nel 1976 alla finale di Coppa Davis. L'unica, tra l'altro, vinta dall'Italia. "E il bello - aggiunge Panatta, in una conferenza stampa condivisa, oltre che dal regista, dalla vera 'squadra' composta da Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli - è che allora nessuno se ne accorse di quelle magliette. Anzi chiedetevi perché - dice rivolto ai giornalisti - nessuno di voi in trentacinque anni ci ha mai chiesto di quelle magliette". Una trasferta difficile, quella di allora del quartetto azzurro, per l'accesa protesta di Dario Fo, Franca Rame e Domenico Modugno che trovavano sconveniente che si andasse a giocare nel paese di Pinochet. Inevitabile poi la domanda a Panatta sul veto ai tennisti russi e bielorussi a Wimbledon: "Ho già espresso il mio parere giorni fa: è una vergogna che non possano giocare. C'è dietro poi una grande ipocrisia. Si mettono i veti agli sportivi, ma poi si continuano ad avere rapporti commerciali con la Russia. Era quello in fondo che succedeva anche tra Italia e Cile nel 1976". Tornando a UNA SQUADRA, bell'esordio alla regia di Procacci, va detto che c'è dentro un bel pezzo di storia italiana raccontata con le racchette in mano, quelle appunto di Panatta, Barazzutti, Bertolucci, Zugarelli e Pietrangeli. E tutto questo anche con un po' di 'involontaria' cattiveria alla Dino Risi nel raccontare la storia di un doppio tennistico tra nature diverse: quella esuberante e festaiola di Panatta e Bertolucci e quella più tranquilla di Barazzutti e Zugarelli. Dice a un certo punto Panatta nel film, quasi a giustificarsi: "Che colpa avevamo noi se Barazzutti e Zugarelli erano già sposati a 21 anni e la sera se ne andavano a casa?". Sottolinea Domenico Procacci come i protagonisti del suo documentario si possano facilmente identificare in veri e propri attori di quella felice stagione della commedia all'italiana: "Panatta - dice - potrebbe essere un Gassman, Bertolucci un Tognazzi, Zugarelli un Manfredi, Barazzutti un Satta Flores e, infine, Pietrangeli un Fabrizi". Da parte di tutti la meraviglia di essere stati coinvolti in questa avventura. Dice Bertolucci: "Quando ho ricevuto la telefonata di Procacci ho pensato subito ad uno scherzo". E da parte di tutta la squadra un po' di rimpianto per essere stata troppo presto dimenticata. Spiega Barazzutti: "In tutto il mondo una vittoria come la nostra alla Coppa Davis verrebbe ricordata ogni anno e condivisa con le nuove generazioni. Ma questo non avviene in Italia, un vero peccato". Una cosa che per Panatta dipende sempre dall'ombra lunga della propaganda su quella trasferta mai davvero accettata. Nicola Pietrangeli, il mitico mister ottantottenne della squadra, che aveva dato forfait all'incontro, interviene però, a sorpresa, al telefono: "Sono caduto in casa, ho una piccola fratturina e così mi spiace davvero di non poter essere lì e litigare con questi quattro mascalzoni. Che deve fare un bravo capitano? Saper porgere bene l'asciugamano e aprire l'acqua minerale". Oltre al film e alla serie arriva in libreria per la Fandango anche il libro UNA SQUADRA a firma di Domenico Procacci, una serie di interessanti interviste a questi protagonisti nello sport e nella vita. (ANSA).