Con Luhrmann nello sfavillante mondo di Elvis Presley

(ANSA) - ROMA, 18 GIU - E' uno dei film più attesi della
stagione e dopo la premiere trionfale di Cannes arriva in sala
dal 22 giugno con Warner Bros 'ELVIS' di Baz Luhrmann, pronto a
farci ballare sulle sedie a ritmo di rock 'n roll e ad
emozionarci. C'è tutto il cinema di Luhrmann, il regista di
Moulin Rouge! e del Grande Gatsby, applicato alla biografia di
Presley e non delude: la vita di questo artista che ha cambiato
la storia della musica ed è stato vittima di se stesso, morto
prematuramente a soli 42 anni, è raccontata con quel mix
fantasmagorico strabordante pieno di ritmo, di colori, di
adrenalina che è da sempre la cifra stilistica del regista
australiano. Ed è soprattutto un grande spettacolo
cinematografico da grande schermo.
Pensiamo di sapere tutto sul cantante del Mississippi
cresciuto a gospel con i ragazzini neri? Luhrmann riesce a far
emergere anche altro, affidando il punto di vista al colonnello
Tom Parker, il suo enigmatico scopritore che colonnello poi non
era affatto. Un incontro-scontro in cui al legame di business si
sovrappone quello ben più importante di padre-figlio.
Elvis è Austin Butler, ormai lanciatissima nuova stella a
Hollywood? 30 anni, attore, cantante, modello racconta: "Ho
speso due anni della mia vita per prepararmi a questo ruolo,
cercando di imparare tutto cio' che si poteva su di lui, ho
lavorato sulla somiglianza, sui capelli, sullo stile, sullo
sguardo e naturalmente sui movimenti in cui Elvis e' stato
davvero unico, ma quel che piu' di tutto volevo era far
emergere la sua anima speciale. Ho rischiato di esserne
ossessionato per cercare di restituire la sua umanita' dietro
l'icona rock che tutti conosciamo".
Se Butler ricorda Elvis, Tom Hanks si e' trasformato
completamente, quasi irriconoscibile, per interpretare il
manager che lo ha scoperto nel 1955 giovanissimo talento bianco
con il gospel nel sangue e l'estasi spirituale dei neri del Sud.
Sovrappeso, con una vocina suadente e lo sguardo mefistofelico,
Hanks e' il manovratore di Elvis, Tom Parker, che ha gestito
quasi tutta la sua carriera con una provvigione del ben 50%,
responsabile secondo alcuni anche della sua fine. (ANSA).