Premio Fedic a Ivano Marescotti, 'Terzo tempo, faccio altro'

(ANSA) - MONTECATINI TERME (PISTOIA), 28 GIU - "Sono nel
terzo tempo della vita, ho voglia di fare altro. Quando arrivi
ai 70 anni ti accorgi che vuoi fare altro. Da giovane pensi che
sono gli altri a invecchiare, poi arriva il tuo turno e diventa
un inedito della tua vita con gli acciacchi, i malanni, ti
accorgi di aver fatto tutto". Così l'attore Ivano Marescotti, 76
anni, che ha ricevuto il premio alla carriera alla 72/a Italia
Film Fedic, la Mostra del Cinema di Montecatini organizzata da
Fedic - Federazione italiana dei Cineclub. L'attore si è
ritirato dalle scene per dedicarsi al 'Teatro Accademia
Marescotti' che dirige a Ravenna dal 2016. "Mi danno premi alla
carriera - ha detto -, immagino che significhi che questa
carriera sia finita. Ho iniziato a fare l'attore molto tardi, ho
conosciuto oltre 100 registi, altrettanti in teatro, più di 120
film dal comico al drammatico. C'è un terzo tempo della vita,
fino a 70 anni ho fatto quello che ho fatto e resta lì, ora ho
altre idee". Sulla differenza tra cinema e teatro ha
sottolineato che "dopo 20 o 30 repliche in teatro mi sarei anche
un po' stancato, per un anno o due devi fare sempre lo stesso
spettacolo. Mi sono trovato a fare la stessa piece 100 volte. Al
cinema è diverso: fai il ciak e poi non lo rifai più. Il cinema
è come la vita, non si ripete. Fai un gesto e non lo ripeti più.
Non c'è la noia delle ripetizioni come in teatro". Sul mestiere
dell'attore, Marescotti ha rimarcato: "L'attore deve rendere
credibile la battuta, il regista non può dirti come recitare.
Lui è Dio, può decidere se farti morire oppure no ma è l'attore
che crea il personaggio. Oggi l'America soffre di questo
handicap moralistico del politicamente corretto. Se in un film
mi chiamano per fare la Regina d'Inghilterra, la faccio. Se
cominci a dare un giudizio sul personaggio sei già fuori strada.
Per esempio, ho interpretato un nazista, un ruolo cattivissimo,
non ho dato giudizi sul personaggio. È bugia chi dice che ha
sentito dentro un personaggio. Di recente Tom Hanks, grandissimo
attore, ha detto che non rifarebbe Philadelphia perché quel
ruolo deve farlo un gay. Io non sono d'accordo: l'unica dote
indispensabile dell'attore è la disponibilità a entrare nel
personaggio senza dare giudizi". (ANSA).