Avicii, la storia vera del dj che ha ispirato il docufilm Netflix Avicii - I'm Tim

Il prossimo 31 dicembre arriva su Netflix il docufilm sul dj e produttore svedese Avicii, che vede alla regia Henrik Burman ed è prodotto da Björn Tjärnberg. Il progetto, intitolato “Avicii - I'm Tim”, racconta la vita privata e la carriera del celebre dj - “Dal primissimo respiro nel reparto maternità di Stoccolma nel 1989 alla tragica fine in Oman” - attraverso la voce dello stesso protagonista e tramite l’utilizzo di materiale inedito, come fotografie, video e interviste esclusive ad amici, colleghi e familiari di quest’ultimo, scomparso drammaticamente nel 2018 a Mascate, capitale dell'Oman. Scopriamo ora la storia vera del dj che ha ispirato il docufilm Netflix “Avicii - I'm Tim”. 

Avicii - I'm Tim: la storia vera del dj

Nato l’8 settembre 1989 a Stoccolma, in Svezia, Avicii, all’anagrafe Tim Bergling, è stato un produttore discografico, disc jockey e compositore svedese fino al 20 aprile 2018, data della sua tragica morte per suicidio (pare soffrisse di depressione), avvenuto in Oman all’età di 28 anni. Figlio di Klas Bergling e dell'attrice Anki Lidén, il giovane aveva tre fratelli: David Bergling, Linda Sterner e Anton Körberg. La sua passione per la musica è iniziata all’età di 8 anni, quando nella sua cameretta ha cominciato a mixare per poi diventare membro dei Laidback Luke Forums e perfezionare lì il suo talento. 

La carriera di Avicii - il significato del nome è “senza onde” - ha preso il volo nel 2008, quando Ash Pournouri lo ha scoperto, diventando poi il suo manager e facendogli firmare un contratto con la sua agenzia, la At Night Management. Inizialmente il nome d’arte scelto era Avici, con una sola ‘i’ finale, poi cambiato con due ‘i’ perché il primo soprannome esisteva già su MySpace. Nel 2010 era già abbastanza noto nell’ambiente musicale, tanto che Tiësto lo considerava la "Miglior Promessa DJ/Produttore dell'anno". 

Le collaborazioni importanti di Avicii e i successi musicali

Tante le collaborazioni con grandi artisti: ricordiamo i remix delle tracce per Little Boots, Robyn e Dizzee Rascal, ma anche quello del brano “Sweet Dreams (Are Made of This)”, intitolato “Swede Dreams”. Non sono mancati all’appello: David Guetta, il cui album “Nothing but the Beat” contiene “Sunshine”, nato proprio in collaborazione con Avicii; Madonna, per la produzione del disco “Rebel Heart”, contribuendo inoltre alla stesura e produzione di alcuni brani come “Devil Pray”, “Wash All Over Me”, “HeartBreakCity”, e “Messiah”; Chris Martin, il quale ha chiesto ad Avicii di collaborare alla realizzazione del brano “A Sky Full of Stars” dei Coldplay: lo ha fatto, ma per compiacere l’artista ha dovuto produrre ben 600 versioni della canzone prima di arrivare alla soluzione ideale.

La prima canzone con cui ha ottenuto popolarità è stata “Seek Bromance”, dove ad accompagnarlo c’era la voce di Amanda Wilson. Poi nel 2011 ha firmato con i fratelli Shermanology il disco “Blessed”, utilizzando però il nome Tom Hangs. Nella sua carriera musicale ha pubblicato due album, “True” (2013) e “Stories” (2015), insieme a numerose hit, come “My Feelings for You”, “Hey Brother”, “Waiting for Love”, “Without You”, “I Could Be the One”, e “The Days” (in collaborazione con Robbie Williams), ma i suoi più grandi successi sono stati “Levels” (nel 2010 tra le tracce più vendute, alla decima posizione della classifica italiana e alla 66esima della Billboard Hot 100) e “Wake Me Up”. Ricordiamo inoltre che Avicii è stato l'unico dj svedese a entrare nella Top 3 della prestigiosa classifica Top100 Djs di DJ Magazine, ottenendo il terzo posto sia nel 2012 sia nel 2013.

Il ritiro dai live e dai tour e i problemi di salute

Il dj svedese ha deciso di cessare l’attività con i live e i tour alla fine del 2016 per “problemi di salute e per l'eccessivo stress”, proseguendo però la sua carriera come produttore musicale. In seguito ha rivelato anche di essersi sottoposto a un intervento di rimozione della cistifellea, nonché dell'appendice, sottolineando che in passato aveva sofferto pure di pancreatite acuta, probabilmente tutti problemi dovuti all’abuso di alcol; nel 2013, infatti, durante un’intervista rilasciata ai microfoni del Time, aveva raccontato: “Bevevo troppo e in generale facevo decisamente troppa festa. Quindi mi sforzai a invertire del tutto la rotta e smettere di bere”.

Il 28 agosto 2016 ha tenuto il suo ultimo concerto all'Ushuaïa Ibiza dopo aver annunciato il suo ritiro tramite una lettera dedicata ai fan. Nello stesso anno l’artista ha lasciato il suo manager, Ash Pournouri, e la At Night Management per poi annunciare nel 2017 il nuovo EP, “Avicii (01)”, e in seguito l’uscita dei due successivi, ovvero “Avicii (02)” e “Avicii (03)”: tutti assieme dovevano comporre il suo terzo album. Sempre nel 2017 ha svelato l’arrivo del documentario “Avicii: True Stories”, al tempo disponibile su Netflix, che racconta la storia del suo ritiro dai tour anche tramite interviste di colleghi come David Guetta, Wyclef Jean, Nile Rodgers e Chris Martin dei Coldplay.

Avicii: la scomparsa e la fondazione a lui dedicata

Dopo la sua scomparsa, dovuta al dissanguamento provocato dai tagli con i cocci di una bottiglia di vino, il team di Avicii ha annunciato l'uscita del nuovo singolo “SOS” e dell’album “TIM” (contenente pure il brano "Heaven"), pubblicato postumo e i cui ricavi sono stati devoluti alla fondazione noprofit Tim Bergling che si occupa della prevenzione dei disturbi mentali e del suicidio ed è stata fondata dai genitori del giovane 28enne dopo la sua morte. 

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