"Va male, è ovvio": cosa ha detto la mamma di Cecilia Sala dopo l'incontro con Meloni

"Va male, è ovvio, però questo incontro mi ha aiutato. Avevo bisogno di guardarmi negli occhi anche tra mamme su cose di questo genere". Lo ha detto Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, lasciando Palazzo Chigi al termine dell'incontro di oggi, giovedì 2 gennaio con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Nella sede del governo si è svolto un vertice per fare il punto sul caso della giornalista arrestata in Iran. Meloni ha ricevuto la madre di Sala e ha parlato al telefono col padre, Renato Sala. 

Cosa ha detto la madre di Cecilia Sala: "Sono un po' un soldato". Il video

"La fiducia è tanta, sicuramente stanno lavorando e io sono un po' come Cecilia, sono un po' un soldato: aspetto e rispetto il lavoro che stanno facendo, quello che potrò fare per parte mia lo farò, sicuramente loro stanno facendo il loro", ha commentato Elisabetta Vernoni, lasciando Palazzo Chigi al termine dell'incontro con la premier Giorgia Meloni.

"La premier ha fatto un salto di qualità dalle rassicurazioni comprensibili che ricevo sempre. È stata più precisa e puntuale ed è questo che io volevo, e questo ho avuto". L'ultimo contatto con la figlia incarcerata in Iran risale a ieri, 1 gennaio: "Se ho sentito di nuovo Cecilia? No, dopo ieri no. Non sono frequenti le telefonate, ieri è stata la seconda, dopo la prima in cui mi ha detto che l'avevano arrestata. Poi c'è stato l'incontro con l'ambasciatrice, ma ieri è stato proprio un regalo: arrivano così, inaspettate, quando vogliono loro io sono lì solo ad aspettare la telefonata", ha detto Vernoni.

"Purtroppo avrei voluto notizie più rassicuranti da parte sua e invece nelle domande che ho fatto se avesse un cuscino pulito su cui appoggiare la testa mi ha detto 'mamma, non ho cuscino'", ha aggiunto Vernoni. Sulle prossime visite che Sala potrà ricevere dall'ambasciata italiana, la madre non si sbilancia: "È quello che abbiamo chiesto, ma capire è una parola inutile. Io non capisco niente e chi ci capisce è bravo, quindi si chiede, si fa e si combatte per ottenere rispetto".

Cecilia Sala, le telefonate dal carcere: dorme per terra, al freddo. Il pacco dell'ambasciata non è mai arrivato

"Qual è la cosa che mi preoccupa di più in questo momento? Sono due. La prima adesso sono assolutamente le condizioni di vita carceraria di mia figlia, perché si è parlato di cella singola ma non esistono le celle singole, esistono le celle di detenzione comuni e poi ci sono le celle di punizione, e lei è una di queste evidentemente. Se una dorme per terra nel 2024 mi fa pensare che sia così". 

Quindi, ha sottolineato Vernoni, "la prima cosa sono condizioni più dignitose di vita carceraria, e poi decisioni importanti e di forza del nostro Paese per ragionare sul rientro in Italia, su cui io non piango, non frigno e non chiedo tempi, perché è come il capire: sono realtà molto particolari. Però le condizioni carcerarie per una ragazza di 29 anni che non ha compiuto nulla devono essere quelle che non la possano segnare per tutta la vita".

Poi, ha aggiunto, "se pensiamo ai giorni, io rispetto i tempi che mi diranno, ma le condizioni devono essere quelle di non segnare una ragazza che è un'eccellenza italiana, non sono solo il vino e i cotechini". In merito ai tempi per il rientro di Cecilia Sala in Italia "mi hanno detto qualche cosa, ma sono cose molto generiche su cui adesso attendo notizie".

L'incontro a Palazzo Chigi e la telefonata di Meloni con Renato Sala

Oggi c'è stato un vertice a Palazzo Chigi, a cui hanno partecipato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, oltre ai rappresentanti dei servizi di intelligence.

Dopo l'incontro, Meloni ha anche avuto un colloquio telefonico col padre della giornalista, Renato Sala.

"Si è tenuta questo pomeriggio a Palazzo Chigi una riunione convocata dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in relazione al trattenimento in Iran della giornalista italiana Cecilia Sala - si legge in una nota diramata da Palazzo Chigi -. Alla riunione hanno preso parte il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e il Consigliere diplomatico del Presidente, Fabrizio Saggio".

Sulla posizione di Abedini Palazzo Chigi informa che "all'esito dell'incontro, il Governo conferma l'impegno presso le autorità iraniane per l'immediata liberazione di Cecilia Sala, e, in attesa di essa, per un trattamento rispettoso della dignità umana. Per quanto riguarda Mohammad Abedini, che è al momento in stato di detenzione cautelare su richiesta delle autorità degli Stati Uniti, il Governo ribadisce che a tutti i detenuti è garantita parità di trattamento nel rispetto delle leggi italiane e delle convenzioni internazionali".

Sul caso il sottosegretario Alfredo Mantovano riferirà al Copasir e al Parlamento "già domani mattina".

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